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La percezione della complessità
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La percezione della complessità
Arturo Montanelli
Membro giuria Premio OAB 2012
La sfida di realizzare un progetto qualitativamente dotato a livello architettonico, tecnologico ed ambientale, consiste nel ricercare la chiave di lettura attraverso la quale poter comprendere ed interpretare un determinato luogo e le sue complessità, sviluppando nuove forme di analisi che permettano una visione integrata di tutte le componenti di un paesaggio.
Questa chiave di lettura può essere identificata in un processo di sintesi che mette a sistema i diversi elementi quali risultanze di una "lettura vettoriale" delle sensibilità del paesaggio e del suo genius loci.
In tal senso, ogni luogo è definibile come un contenitore di elementi, un "dissipatore di energie", energie intese come manipolazione e scomposizione di campi vettoriali di realtà complesse e come sensibile percezione delle energie deboli dei luoghi: luce, profumi, suoni, storia, evocazioni, poesia... sogni.
Ne consegue che l'organismo progettuale si costruisce, si plasma e si evolve come sommatoria delle diverse energie deboli che emergono dalla lettura critica di un determinato luogo:
- energia come visione culturale ed architettonica del processo di ideazione. Attenta nel cogliere la globalità ambientale di un organismo energetico complesso, ove la percezione, la funzione, la simbologia assumono costanti deformazioni multiculturali, in una dinamica ricerca di fasi di equilibrio sostenibile, di forme e di materie, con l'evolutività urbana del circostante;
- energia come insieme delle trasformazioni chimiche e fisiche in gioco all'interno delle specifiche scelte progettuali ed a grande scala, a livello di organismo urbano, in termini di sviluppo progettuale sostenibile, attraverso un costante legame con le possibilità di modellazione delle materie, delle dimensioni e delle valenze del luogo;
- energia come lettura progettuale vettoriale, anche nel campo delle energie deboli, alla scala di progetto con la Città, in cui l'organismo uomo sia soggetto di emozioni e percezioni sensoriali, parti integranti del concetto di "qualità della vita" e degli elevati livelli di qualità ambientale urbana. Questi sono delineati, all'interno dei propri microcosmi di progetto, ove i cromatismi, il controllo della luce, la continua successione di spazi aperti protetti coesiste nel rapporto di rispetto tra l'organismo di progetto e l'ambiente naturale ed urbano circostante;
- energia come insieme di risposte concrete, economiche, responsabili alla aggressività delle complesse forze naturali in gioco, per la delineazione delle ottimali strategie di selezione delle tecnologie disponibili in relazione alla sostenibilità delle scelte progettuali, alla durabilità delle opere ed al legame con la cultura produttiva e tecnologica dei luoghi, in un continuo mix di tradizione artigianale ed innovazione tecnologica;
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energia come insieme di campi vettoriali sensibili a cui le forme dell'architettura, i criteri insediativi ambientali ed urbani, di studio e sintesi delle valenze dei luoghi e di consapevolezza delle potenzialità non solo funzionali, ma anche storiche , simboliche e di sintesi tra differenti visoni culturali devono dare delle soluzioni di ottimizzazione e di flessibilità alle continue evoluzioni della società, dei mercati economici e della conseguente morfologia urbana;
- energia come progettazione consapevole degli aspetti energetici a livello di Habitat tanto alla grande scala, quanto a quella antropologica per conferire al ruolo dell'architettura la capacità di sviluppare la ricchezza sensoriale ed emozionale come parte di una "città nuova", con un consapevole sviluppo progettuale di fronti e spazi aperti finalizzati al controllo dei campi di energia esistenti, teorizzando l'assenza di spazi isotropi;
- energia come progettazione vettoriale di sintesi della fine di una concezione del mondo basata sul paradosso del modello lineare di sviluppo di puro ottimismo tecnologico ed ambientale, verso forme di proposta progettuale umili e sostenibili.
Il processo conoscitivo e la ricerca del genius loci si manifestano quindi in un'architettura che incarna il suo radicamento al luogo e che diventa chiara espressione di un rapporto armonico tra spazio antropico e naturale, dove tutti gli elementi costitutivi del paesaggio si mescolano, combinano, abbinano nelle forme, nei cromatismi e nella matericità per diventare un tutt'uno organico.
L'oggetto architettonico si modella per raggiungere un continuum spaziale tra spazio interno ed ambiente esterno attraverso l'impiego di codici quali: la materia che diventa elemento "connettore" tra l'oggetto architettonico e il paesaggio, mezzo per esprimere il radicamento del costruito al luogo; le ampie aperture, espressione del rapporto diretto tra interno ed esterno; il verde, come parte integrante dell'architettura sia dal punto di vista paesaggistico che tecnologico.
In quest'ottica dunque ogni progetto possiede una propria identità, visibilmente legata al contesto ambientale e architettonicamente riconoscibile nel suo essere spazio costruito.
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